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La poligamia arriva in Brasile: tre donne convolano a nozze

Probabilmente, quando nel 1978 cantava ‘Il Triangolo No’, Renato Zero aveva già capito che prima o poi sarebbe successo. Non avrebbe mai e poi mai immaginato però che quel ‘triangolo’ un giorno avrebbe avuto lo stesso riconoscimento legale di un matrimonio qualsiasi.

Il Brasile, paese dove la fantasia vola molto alto, ha quasi decisamente precorso i tempi in questo senso. Una notizia che ha fatto scalpore, al punto da relegare in secondo piano lo scandalo del buco da 35 miliardi nel bilancio statale. Merito forse di Fernanda de Freitas Leitão, primo notaio a sancire la prima ‘unione poliaffettiva’ tra persone dello stesso sesso. Un triangolo leggermente un po’ diverso da quello cantato da Zero, ma con le stesse tutele legali di un matrimonio composta da uomo e donna.

Le tre donne che hanno scelto di dichiararsi ‘amore eterno’ in uno dei quartieri più ricchi di Rio de Janeiro, la Barra de Tijuca, sono tre professioniste di età compresa tra i 32 e i 34 anni – un’imprenditrice, una dentista e una dirigente amministrativa – tutte benestanti e tutte molto innamorate.

Che il Brasile fosse ad un passo dallo sdoganamento del triangolo amoroso lo si era gia intuito nel 2012, quando un tribunale del Rio Grande do Soul stabilì per legge che la vedova e l’amante del morto si spartissero l’eredità esattamente al 50%. Ancora prima, il notaio brasiliano Claudia do Nascimento Domingues aveva dichiarato ‘marito e moglie e moglie’ una relazione composta da un uomo e due donne che vivevano da tempo sotto lo stesso tetto. Ora che tre persone dello stesso sesso sono state unite in matrimonio, ‘un’altra lacuna è stata colmata’, sostengono i difensori dei matrimoni gay sui social network brasiliani.

Sia chiaro però, in Brasile la ‘poligamia’ è vietata, anche se da alcuni anni la Corte Suprema brasiliana ha fatto giurispudenza creando la cosiddetta ‘unione poliaffettiva’. Una parola complessa che perà concede a chi ne fa parte, assicurazione sanitaria, pensione di reversibilità e assegni di mantenimento in caso di separazione, come ad una coppia ‘normale’. Per non parlare della divisione dei beni, se al momento dell’unione ci si presenta tutti/e con un testamento di fronte al notaio.

Le tre neospose, appena fresche di matrimonio, si sono dichiarate una famiglia a tutti gli effetti e sono già pronte all’arrivo di un figlio con fecondazione assistita, nella speranza che dopo il riconoscimento dell’unione sia la volta della licenza di maternità. E pare che lotteranno molto affinché il piccolo porti il cognome di tutte e tre.

Nel resto del mondo, in particolare in Occidente, solo l’Australia ha inserito la poligamia nel suo ordinamento, sebbene sia solo per motivi religiosi o culturali e normalmente applicata agli aborigeni. Dal canto suo, l’Inghilterra invece riconosce un matrimonio poligamico solo nel caso lo stesso sia valido nel luogo dove è stato stipulato.

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